In questa stagione 2021 ho avuto l'occasione di rendermi conto che per alcune persone, il mio modo di lavorare ai matrimoni può sembrare timido, inesperto e probabilmente diverso dal modo in cui lavorano la maggior parte dei fotografi matrimonialisti. Mettiamo in chiaro subito che questa incomprensione non arriva dai miei sposi, avendomi scelto appunto per il mio stile, ma da alcuni invitati, operatori o fornitori che non mi conoscono. Se vorrete approfondire e trovare maggiori informazioni sul mio stile, vi invito a guardare la sezione del sito dedicata appunto a questo modo di lavorare ai matrimoni.

"La fotografia di matrimonio ai giorni nostri non è più un genere fotografico ma è semplicemente fotografia. Non è più un settore standardizzato e valido per tutti bensì equivale all’interpretazione che ogni fotografo esprime. Se si volesse fare un paragone con la stesura di un racconto potremmo decidere di farlo scrivere ad un poeta oppure ad uno scrittore di romanzi rosa, ad uno scrittore di thriller o ad un giornalista; ognuno di loro sarà in grado di scrivere il racconto con evidenti stili diversi. Nella fotografia di matrimonio è la stessa cosa: c’è chi interpreta il servizio allo stesso modo di una seduta di ritratto, chi lo interpreta in modo più dinamico con uno stile “moda” e c’è chi lo interpreta come il racconto della giornata."

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ANFM


Il mio modo di lavorare mi porta a muovermi dentro al matrimonio come se fossi un invitato. Spesso mi capita che gli sposi mi dicano che non si sono mai accorti di me e che son riuscito, con i miei scatti, a far rivivere loro quel giorno anche con molte scene che non sapevano fossero accadute. Questo perché sono molto discreto e non invadente...


Lascio la situazione accadere per com'è, non sposto cose e non fermo le persone che circondano gli sposi. Creo così una sorta di composizione con tutto ciò che accada attorno a loro e senza di loro perché ai matrimoni non ci sono solo gli sposi... C'è chi si sposa anche senza invitati e forse così nei miei scatti potrebbero esserci solo gli sposi...

Gli esempi qui sopra, rappresentano esattamente quello che vi sto spiegando: gli sposi in una situazione in cui potevano essere soli ma con gli invitati che si sono voluti mischiare alla scena. Le foto successive invece mischiano una scena degli sposi con situazioni che non centrano con il loro matrimonio, o quasi, ma che sono veramente accadute attorno agli sposi... Alla fine si tratta di reportage e rappresenta per me un invito a creare un racconto puro e candido, con una vena di ironia e comicità...

C'è poi sempre qualcuno che pensa ancora allo stereotipo di fotografo matrimonialista: quello che parla, organizza e urla per farsi sentire, che muove come vuole le persone e che inventa scene, gestendo lui i momenti tipici e salienti della giornata...


Io non sono un wedding planner!


Dall'inizio alla fine cerco di parlare il meno possibile, di lasciare scorrere l'evento nella sua naturalezza, come gli sposi l'hanno organizzato insieme ai fornitori perché il mio lavoro si base sul raccontare la loro giornata per come sarà. Non mi vedrete mai urlare come un pazzo per riunire tutti gli invitati alle foto di gruppo perché sono molto discreto e non invadente... Detto ciò, ci sono comunque delle situazioni in cui parlerò e interagirò di più con gli sposi e gli invitati come per le foto di gruppo e di coppia ma sempre e comunque in un modo molto discreto e non invadente...

Spesso capita anche che gli sposi non sappiano come comportarsi in una situazione tipica di matrimonio e che mi chiedano consigli su cosa si dovrebbe fare e ovviamente io rispondo in base alla mia esperienza ma sempre con la presente del: "come preferite e credete voi...". E' vero che di solito i matrimoni hanno sempre gli stessi tempi e le stesse cose che accadono ma se per sbaglio una situazione si evolve diversamente dalla normalità, perché non portarsi a casa una scena che non ha nessuno?


Una volta una coppia di sposi stava uscendo dalla chiesa a fine cerimonia prima che tutti gli invitati andassero fuori per preparare il lancio del riso... Avrei dovuto farli uscire e creare un ricordo fotografico di loro che uscivano attraversando la chiesa con alle spalle l'altare e tutti gli inviati di lato che applaudivano? O fermarli mentre si incamminavano per dirgli che prima dovevano uscire gli invitati così avrebbero trovato fuori il solito lancio del riso? Cose del genere ne avrei tante da raccontare...

Concludo questo post evidenziando il fatto che con queste parole non voglio affermare che oggi i matrimoni si fanno così e che questo sia il giusto modo di lavorare per un fotografo; sto solo spiegando che in questo modo lavoro io. Come futuri sposi, avrete la possibilità di scegliere tra tantissimi fotografi con diversi modi di lavorare. Spesso mi fermo a pensare quali siano i motivi per cui una coppia non sceglierebbe me, e trovo molte possibili motivazioni: il prezzo, la professionalità, il feeling, lo stile, come sono e come mi pongo, il mio studio, perché lavoro da solo... Poi invece penso al mio punto di forza e al perché alcune coppie hanno scelto me: semplicemente perché sono io, molto discreto e non invadente...

“Chi si somiglia si piglia...”

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